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Francesco Brunello

progettare

significa raccontare

„L’arte è ricerca continua, assimilazione delle esperienze passate, aggiunta di esperienze nuove, nelle forma, nel contenuto, nella materia, nella tecnica, nei mezzi.“ Bruno Munari

La progettazione parte dall’esperienza: quando ho deciso di cambiare il sito ormai cinque anni fa, ho messo in discussione tutto quello che avevo imparato fino a quel momento. Ho messo in discussione anche chi ero e dopo non poco lavoro ho messo nero su bianco il lavoro fatto, personale e lavorativo, negli ultimi dieci anni.

In questi cinque anni, ovviamente, ho incontrato altre persone, visto e raccontato nuove storie e mi sono reso conto che la mia fortuna sta proprio lì, nelle persone che ho incontrato, con cui ho scambiato opinioni, idee, risate e anche qualche lacrima e che custodisco tutte, una ad una, nel mio cuore.

Mi sono ritrovato ancora davanti ad un nuovo cambiamento e ho messo in discussione ancora chi ero e il mio lavoro – o meglio, ho messo in discussione il mio modo di raccontarvi chi sono e il mio lavoro.

Ho rivisto il mio sito internet, i contenuti che avevo scritto, la mia comunicazione sui social network ma anche il mio studio e ho ritenuto opportuno dedicare del tempo anche al packaging.

Ho iniziato proprio da quello che avevo identificato essere il mio simbolo e così, proprio da lì, ho costruito tutta la mia nuova comunicazione, volevo coinvolgere tutti i sensi, volevo diventasse una vera e propria esperienza.

Ho pensato dapprima al colore che più mi rappresentava, il nero, perché il nero è, sì, simbolo dell’eleganza ma è anche sinonimo di ambizione e al font da utilizzare, uno più elegante, morbido, quasi a rappresentare il mio lato più sensibile, e uno più deciso, per dimostrare il mio lato più determinato.

Un giorno, proprio in uno dei matrimoni che tanto porto nel cuore, la mamma della sposa mi ha regalato un cono porta-riso, uno di quelli che si lasciano fuori dalla chiesa per tutti gli invitati e mi ha detto “Almeno rimane anche a te un ricordo di oggi!” e allora mi sono venute in mente due cose: in primis, mi sono chiesto perché il lancio del riso, da quale tradizione proviene e sono andato a legger qualche articolo e poi mi è venuta un’idea.

Il lancio del riso risale ad un’antica leggenda cinese, secondo la quale il riso è auspicio di abbondanza e prosperità; poi mi sono ricordato di quando fino a qualche anno fa si portava a casa sempre un po’ di sabbia dal posto in cui si andava in vacanza proprio come ricordo di quell’estate e dei momenti passati in riva al mare: così, ho deciso di usare anche io il – vostro – riso come ricordo di quel giorno, di custodirlo e di donarvelo in una boccetta, chiusa, quasi come a custodire anche gli applausi, i fischi, le risate proprio di quel momento, proprio come si fa quando si mette vicino all’orecchio una conchiglia e si ha la sensazione di ascoltare il suono delle onde del mare.

Vi svelo un segreto.
Tutto ciò che si custodisce con cura, diventa prezioso.

Nella mia testa mancavano, però, ancora alcuni dettagli da definire.

Il simbolo, il colore, i font da utilizzare, il riso: sì, ma come potevo donarvi i ricordi più belli? Mi serviva una confezione e, appassionato quale sono del mondo dei profumi e delle fragranze, mi sono fatto ispirare proprio dalle confezioni dei profumi.

A volte sentiamo casualmente un profumo e immediatamente riaffiorano emozioni, sensazioni: il profumo ci permette di viaggiare nel tempo e ritrovare proprio quelle emozioni e sensazioni di un tempo; una fragranza può farci rivedere le sensazioni di ciò che fino a quel momento era solo ricordo. Volevo che non appena aprivate la vostra scatola dei ricordi, potevate sentire la stessa fragranza che sentite all’interno del soggiorno fotografico; quella è una fragranza le cui note di fondo, con sentori di vaniglia, vi avvolgeranno persino il cuore.

A proposito di scatola – dei ricordi -, sono partito dalla forma: l’esagono è il simbolo dell’equilibrio, è lo schema dell’armonia per eccellenza. Il plexiglass della confezione, trasparente, mostra ciò che c’è al suo interno e rimanda subito al plexiglass della scocca dell’album, realizzato artigianalmente, fatto a mano proprio come lo si faceva nel Giappone degli altri tempi; è come se il tempo si fosse fermato in quegli anni: non è forse questo il vero significato dei ricordi?


Fermare il tempo?

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